Che emozione: il mio primo diario di viaggio!
Eccomi qua a raccontare della nostra ultima vacanza: la meravigliosa Islanda. Noi ci siamo sentiti immersi nella natura a 360° e considerate che siamo una coppia di diversamente giovani (54-60 anni) e soprattutto siamo decisamente pigri. Quindi non abbiamo fatto trekking, non siamo saliti in cima ai ghiacciai, non siamo andati nelle grotte… insomma pur senza esperienze impegnative l’Islanda con la sua natura spettacolare ci ha davvero travolto.
Quando andare in Islanda?
La prima scelta da fare è sicuramente quella di decidere in che periodo dell’anno andare. Se non avete possibilità di scelta non fatevi problemi, è sicuramente sempre bellissima. Io mi ero informata anche sulle temperature e, al contrario di quello che pensavo, l’Islanda è uno dei paesi “nordici” con il clima più mite anche d’inverno. Noi siamo andati all’inizio di ottobre e abbiamo trovato una temperatura media di 6° e da buona bergamasca di montagna era come essere a casa. Attenzione però al vento: l’Oceano si fa sentire sulle coste (soprattutto quella occidentale) e davvero in alcune situazioni potrebbe essere anche pericoloso. Viceversa le temperature più alte d’estate si aggirano attorno ai 17-18° quindi tranquilli, ad agosto non rischiate di sudare ad ogni passo.
Ma potendo scegliere, quale è il periodo migliore? Se volete vedere l’aurora boreale dovete pensare di andarci da fine settembre a fine marzo. Non andateci però solo per quello, noi per esempio non siamo riusciti a vederla in quanto era sempre un pochino nuvoloso, ma credetemi abbiamo visto tantissimi altri spettacoli della natura che non abbiamo assolutamente rimpianti. E poi voi lo sapevate che l’aurora boreale non si vede a occhio nudo?? I colori spettacolari che tutti conosciamo li vedete solamente tramite i filtri delle videocamere, delle macchine fotografiche o dei cellulari.
Nella scelta del periodo considerate anche la lunghezza delle giornate: in Islanda nei mesi invernali le giornate sono veramente corte (4-6 ore di luce a dicembre e gennaio) e quindi poi con il buio può risultare difficile riuscire a vedere tutto. Ma vi consolereste con la neve e soprattutto con l’aumento esponenziale di probabilità di vedere l’aurora boreale.
D’estate invece le giornate sono lunghe, ma forse lo svantaggio (per lo meno nei mesi di luglio e agosto) è che i bus di turisti tolgono gran parte del fascino.
Ma si dai, pensate a preparare i bagagli, qualunque stagione sceglierete sarà bellissimo!!
Quanto tempo serve per visitare l'Islanda?
L’Islanda non è certo un territorio vasto e si estende su una superficie di circa 103.000 km² (di cui 12.000 km² sono occupati dai ghiacciai). Per farvi un’idea è grande più o meno come il nord Italia. Vi starete chiedendo quanto tempo serve per visitarla tutta. Bella domanda! La risposta dipende ovviamente soprattutto da voi: che turisti siete? volete godervi con calma le vostre giornate, oppure vi piace passare velocemente da un’attrazione all’altra? Volete provare tutto quello che c’è da provare, oppure vi interessa selezionare e visitare in modo mirato?
Io mi sono fatta un’idea e secondo me se si vuole visitare tutta l’Islanda (fiordi compresi) sono necessarie almeno due settimane. E in tal caso dovrete per forza andare in primavera/estate dato che da ottobre le strade sterrate che conducono nei fiordi (soprattutto al nord) vengono chiuse.
Se invece avete una disponibilità di almeno dieci giorni potete comunque pensare di fare il giro completo dell’isola, semplicemente escludendo i fiordi. Dovrete macinare un po’ di chilometri, ma con una media di 3-4 ore di guida al giorno è davvero fattibile. Anche perché credetemi, le ore passate in auto non sono tempo perso …. una delle caratteristiche che più ci ha colpito è proprio il continuo mutare dei paesaggi: lunghe distese di territorio lavico con colori stupendi si interrompono improvvisamente con spettacolari viste sull’Oceano… oppure ti puoi ritrovare in un tunnel sotto (!) l’oceano e la sensazione è davvero particolare, o ancora puoi percorrere strade in mezzo a montagne dalle forme più stravaganti, fino ad arrivare a costeggiare sorgenti di acqua bollente (e se siete fortunati anche ad immergervi). E che dire dei ghiacciai o delle scogliere?
Se però come noi avete una disponibilità di tempo più limitata (noi abbiamo fatto 5 notti) dovrete per forza fare una selezione di quello che volete vedere e lasciare qualcosa per una seconda visita. Noi infatti ci stiamo già organizzando! Davvero ne vale comunque la pena, sono stati sei giorni indimenticabili.
L’alternativa da toccata e fuga può essere comunque valida, i collegamenti aerei con Reykjavik sono davvero frequenti e da Milano il volo ha la durata di circa 4 ore. Volendo si può davvero pensare di farsi un fine settimana e godersi l’Islanda nelle diverse stagioni mettendo in programma ogni volta una tappa diversa.
Importante quindi è preparare la valigia e partire!
Consigli utili per il viaggio
Se proprio non potete fare a meno delle scarpe con il tacco portatele pure, non le userete mai ma potrete guardarle ogni sera prima di addormentarvi. Scherzi a parte, le scarpe a mio avviso sono fondamentali. Noi ci siamo portati degli scarponcini presi per l'occasione, sapevamo che non avremmo camminato chilometri (vi ho già detto vero che siamo pigri??), ma i terreni su cui si cammina sono per lo più scoscesi o comunque bagnati. In macchina avevamo anche calze e scarpe di scorta. Fortunatamente ha piovuto solo un giorno e quindi ce la siamo cavata. Ma sia che si cammini in un cratere, oppure su una spiaggia, o in cima ad un canyon, indispensabile è avere ai piedi delle scarpe che non facciano bagnare i piedi e che aderiscano bene al terreno.
Molto utile è stato anche il “poncho” impermeabile. Noi abbiamo preso quelli lunghi e ci sono stati molto utili, soprattutto quando siamo passati dietro le cascate o quando giravamo ammirati tra i geyser sotto la pioggia insistente. Gli ombrelli risultano poco utili, se piove ci sarà probabilmente anche il vento.
AUTOVETTURA
Noi siamo abituati con la 4x4 anche a casa e quindi non avremmo scelto un veicolo diverso. Diciamo che se andate in inverno è fondamentale secondo me la 4x4. Ma la differenza di costo non è notevole, quindi la terrei comunque come opzione anche in primavera/estate. Se avete intenzione magari anche di deviare dall’unica statale asfaltata forse è meglio essere preparati.
Stessa cosa per l’assicurazione. Noi abbiamo preso quella base e siamo stati fortunati. La macchina ci si è fermata …. Si, panico totale!! Ma non essendo colpa nostra abbiamo pagato le spese per il recupero e la sostituzione dell’auto ma poi ci sono state rimborsate. Penso però che la prossima volta estenderemo l’assicurazione inserendo la copertura “extra”.
L'auto l'abbiamo noleggiata tramite Easy Jet durante la prenotazione del volo. Al momento l'abbiamo fatto solo per praticità, poi invece si è rivelato utilissimo. Quando si è improvvisamente fermata e ci siamo trovati sperduti in una cittadina islandese, oltre a tutti i numeri dell'assistenza e dell'agenzia di noleggio abbiamo chiamato anche il numero telefonico italiano di Easy Jet per gli imprevisti legati al noleggio di auto. Ci ha risposto Mohammed da Roma che prima ci ha tranquillizzato neanche fosse l'operatore di un centro di supporto psicologico per i viaggiatori, e poi molto professionalmente ci ha fatto stare in attesa e in tre minuti ha contattato l'assistenza islandese e ci ha confermato che nel giro di un'oretta sarebbe arrivata un'auto sostitutiva. E così è stato. Ci ha praticamente solo confermato quello che avevamo capito anche noi, ma ci ha dato una sicurezza in più.
COLLEGAMENTO INTERNET
In tutti i posti dove abbiamo pernottato o dove abbiamo mangiato abbiamo sempre trovato il wi-fi. Durante i tragitti in auto invece ci siamo trovati in zone dove i cellulari erano isolati. Fortunatamente mi ero comunque stampata il programma di viaggio e quindi qualche mappa cartacea di Google ci ha aiutato. Il consiglio (che è quello che abbiamo poi fatto noi là) è di scaricarvi sul cellulare le varie mappe da Google Maps in modo che, se necessario, potete poi utilizzarle anche senza connessione internet.
MANGIARE
Indipendentemente da come pensate di organizzarvi con i pranzi e le cene, fatevi una piccola scorta di cibarie e di bevande da tenere in auto. Potete anche viaggiare centinaia di chilometri senza vedere dei centri abitati.
Per le cene fate solo attenzione agli orari di chiusura dei locali. Spesso ci siamo trovati con locali che chiudevano alle 21,00. Se andate in primavera o estate probabilmente sarà diverso, ma in base ai vostri programmi informatevi prima.
LINGUA
Se ve la cavate con l'inglese andate tranquilli, lo parlano praticamente tutti. Altrimenti che dire? Un po' alla Totò e Peppino "noio volevam savuair" e vedrete che comunque vi fate capire. Gli islandesi (per lo meno tutti quelli che abbiamo incontrato noi) sono particolarmente gentili e disponibili!
PAGAMENTI
La moneta locale è la corona islandese (ISK). Noi per sicurezza a Grindavik abbiamo prelevato qualcosa per avere anche dei contanti. Ma in realtà si paga ovunque con la carta di credito e anche per importi minimi.
APP PER AURORA BOREALE
Se non decidete di partecipare a gite organizzate apposta per vedere l'aurora boreale, vi consiglio di scaricarvi l'app gratuita "My Aurora Forecast". Potete vedere la mappa dell'aurora boreale (nel mondo) e capire se siete nella zona giusta. In più vi da anche la percentuale di visibilità in base al meteo. Noi siamo stati apparentemente fortunatissimi perché 3 notti su 5 l'avevamo esattamente nella nostra zona, però ... con bassa percentuale di possibilità di vederla perché nuvoloso.
Diario di viaggio
Arriviamo all’aeroporto di Keflavik alle 9,55 ora locale e lì ci aspetta il bus navetta per portarci direttamente al ritiro auto (distante ca 10 minuti dall’aeroporto).
Tra una cosa e l'altra è già quasi mezzogiorno e non ci siamo ancora messi in movimento. Il timore di non arrivare in tempo a vedere le cascate con la luce del giorno ci fa decidere di dare una sforbiciata al programma originario che prevedeva per tutta la giornata un percorso di ca 280 km con 4h di guida.
Saltiamo quindi il giro largo della penisola Reykjanes e ci dirigiamo direttamente alla Blue Lagoon.
Lasciamo quindi per la nostra prossima visita in Islanda l'angolo sud-occidentale della penisola con:
2) Hafnir: un piccolissimo villaggio di pescatori, pare ci siano dei bellissimi scorci sull’oceano.
3) Brúin milli heimsálfa: detto anche il Ponte dei due continenti posto tra la placca euroasiatica e quella americana. In realtà tutta l’Islanda è percorsa da questa “faglia”. Noi l’abbiamo vista successivamente all’interno del Parco Nazionale di Thingvellir.
4) Reykjanes Lighthouse: è il faro più antico d’Islanda e da lì pare si possa vedere un panorama spettacolare. La Groenlandia è proprio lì di fronte e se il meteo permette da queste scogliere potreste riuscire a vederla.
Prima di pranzo arriviamo a una delle attrazioni più conosciute dell'Islanda:
5) Blue Lagoon
É una sorgente termale di acqua sulfurea con una temperatura di 38 gradi circa. Il costo d’ingresso al centro benessere con piscine termali si aggira intorno alle 7000 isk (ca 45-50 euro). Noi non siamo entrati perché avevamo stabilito di provare le sorgenti termali in un’altra zona dell’isola. Da fuori si può comunque passeggiare costeggiando una vasta zona geotermale dai colori e dai vapori intensi. Dopo la breve passeggiata procediamo verso il centro abitato più grande della zona.
6) Grindavik
Purtroppo è anche il centro abitato che a fine 2023 è stato evacuato e che tutt’ora è minacciato dalla lava. Le immagini dei telegiornali del 14.01.2024 che mostravano la lava vicino alle case erano davvero terrificanti.
Preleviamo, facciamo un po' di spesa al supermercato e poi pranziamo al Papa’s Restaurant, locale molto semplice e spartano. Si mangia con la gente del luogo.
Nel pomeriggio procediamo lungo la costa sud. Percorriamo la statale con un continuo cambiamento di paesaggio: da distese di lava con gli spettacolari colori del muschio a immensi spazi verdi e montagne con cascate ovunque. Noterete che ogni tanto in mezzo a territori completamente brulli spunta un alberello solitario. Poi magari due. In alcune zone addirittura un insieme di alberi (prevalentemente conifere). Ci hanno spiegato che, al contrario di quello che tutti pensano, non è il clima islandese che non ha permesso agli alberi di crescere. Ma sono gli islandesi che in passato hanno praticamente deforestificato l'isola per avere legna e per creare pascoli. Da qualche anno si sta cercando di rigenerare le foreste.
Continuiamo verso Vik, la destinazione finale del viaggio di oggi.
7) Vulcano Fagradalsfjall
Dopo secoli di inattività questo vulcano aveva appena ripreso da alcuni anni a eruttare. E dopo poche settimane dalla nostra visita i movimenti tellurici del terreno hanno spinto i vulcanologi a chiudere tutta la zona in previsione di una possibile e imponente eruzione. Che in effetti è avvenuta! Da novembre 2023 a marzo 2024 ci sono state quattro eruzioni. E ancora oggi la zona non può definirsi in sicurezza.
L’auto può essere lasciata negli appositi parcheggi dai quali partono i sentieri, utilizzate la App Parka.is per pagare. Noi ci siamo incamminati ma non siamo saliti fino al cratere. Se avete tempo (e soprattutto se sarà di nuovo accessibile) fatelo, pare che lo spettacolo da su sia fantastico perché ci si può davvero rendere conto dell’enorme colata di lava.
8) Seljalandsfoss
É considerata una delle cascate più belle dell'Islanda, probabilmente anche perché si può camminare dietro il getto dell'acqua. E' davvero una bella sensazione e come ho già avuto modo di dirvi, meglio se avete scarpe adatte, il sentiero è di per sé semplice ma molto scivoloso.
E l'impermeabile vi serve perché passando dietro alla cascata gli schizzi sono consistenti, guardare per credere ...
9) Skogafoss
Anche la cascata Skogafoss è molto spettacolare. Il fiume Skógaá scorre per un lungo tratto in piano e poi precipita improvvisamente da una scogliera e gli spruzzi creano l'arcobaleno. Tramite una scalinata laterale si può salire e vedere il fiume che scorre a va a gettarsi in basso. E da sopra partono anche sentieri per fare delle belle camminate.
10) Vik
È una piccola cittadina inserita tra le montagne e l'oceano. È a metà circa della costa sud e quindi diventa una tappa importante per chi vuole fare il giro dell'isola o per chi come noi poi ritornerà indietro dalla stessa strada. Non ci si può non fermare anche perché la Chiesetta di Vik è molto bella, e da su si può ammirare un bellissimo panorama sull'oceano. A Vik ci sono poi due spettacoli che non potete assolutamente perdere: la spiaggia nera di Reynisfjara e il promontorio di Dyrhòlaey. Ma ve li racconterò in seguito perché noi li abbiamo visti il terzo giorno.
I primi due giorni pernottiamo al Vik Hostel, molto carino e pulito. È un tipico ostello dei paesi nordici con locali in comune dove potersi preparare da mangiare e le stanze di diverse dimensioni. Noi dormiremo in una stanza doppia che risulta essere davvero spaziosa e curata. Legato all'ostello c'è il ristorante, potete fare colazione (se prenotata insieme al pernottamento) oppure cenare. Noi abbiamo cenato lì entrambe le sere (Ristorante Sudur-Vik). Non ci sono molti posti in zona, qualsiasi posto sceglierete meglio prenotare. E ricordatevi di fare attenzione agli orari di chiusura. In certe stagioni alle 21 è già tutto chiuso. Dopo cena ci ricordiamo di dare un'occhiatina alla App ma l'aurora boreale stasera non è in questa zona. Ogni tanto spiamo fuori dalle vetrate, ma per stanotte niente aurora.
Come in tutte le nostre vacanze ci svegliamo con calma e dopo aver fatto colazione al Ristorante Sudur si parte proseguendo sulla costa sud orientale. Le bellezze di Vik le lasciamo per domani, tanto si torna a dormire ancora qui.
Il percorso di oggi è di ca 400 km (andata e ritorno) e dovremo rimanere in auto ca 5,30h.
Ma anche in questo tratto di costa viaggiare lungo la statale ha il suo fascino. Una delle meraviglie per me sono state le pecore islandesi. Bellissime, dal pelo folto e le zampette corte, i colori più disparati e posizionate ovunque: a bordo strada , sulla costa della montagna, in riva ad un ruscello... e provate ad avvicinarvi, vi fissano da lontano e poi all'ultimo si girano quasi a volervi dire "non sono un oggetto in mostra"!
Su questo tratto di costa l'immenso ghiacciaio Vatnajökull vi accompagna praticamente per tutto il tragitto (è il più grande d'Europa, ca 8000km²) e lo potete ammirare da lontano e da vicino (sicuramente consigliate le escursioni che salgono sul ghiacciaio e quelle che scendono nelle sue grotte).
2) Canyon Fjaðrárgljúfur
Da Vik la nostra prima meta è il Canyon Fjaðrárgljúfur. Visto sui libri pareva qualcosa di davvero spettacolare, visto dal vivo è uno spettacolo mozzafiato nel vero senso della parola! E' profondo ca 100 metri e lungo un paio di chilometri. Ci sono almeno due parcheggi per raggiungere il punto più alto e godersi il panorama. Noi parcheggiamo "sotto" e da un sentiero laterale (camminata di ca 30 min) saliamo percorrendo tutto il Canyon fino alla fine per vederlo poi nella sua interezza. L'altro parcheggio invece l'abbiamo visto da sopra e permette di arrivare al Canyon con una camminata in piano. Ci sono molti punti panoramici, alcuni messi anche a strapiombo (in sicurezza ovviamente).
Procediamo seguendo la Statale 1 che in questa zona pare riproporre le strade lunghe e solitarie dell'Arizona. In effetti, almeno nel periodo in cui siamo stati noi in Islanda, abbiamo percorso chilometri di strada senza incrociare un'altra macchina. Occhio invece ai pullman, sono piuttosto spericolati! Sono ripetitiva, lo so, ma vi accorgerete che anche i viaggi in auto sono da sfruttare: osservate tutto quello che vi circonda, le montagne a volte hanno forme molto particolari, per esempio su questo tratto trovate il monte Lòmagnùpur (3) .
Dopo poco c'è la deviazione per la cascata Svartifoss (4). È ovviamente nel nostro programma ed è considerata una delle cascate iconiche d'Islanda, ma preferiamo non allungare troppo il giro per arrivare ancora con la luce del giorno alle nostre due mete finali di questa giornata. E in effetti ne è valsa davvero la pena visto che il sole ci ha aspettato e ci ha permesso di goderci questo spettacolo.
5) Laguna di Jökulsárlón
Percorrendo la Statale notiamo sulla sinistra diversi parcheggi. Da lì partono i vari sentieri che in pochi minuti ti fanno andare oltre le collinette e ti ritrovi poi ad ammirare la laguna. Se preferite potete invece procedere fino al centro visitatori e anche lì c'è parcheggio. La laguna è praticamente l'approdo degli iceberg che si staccano dal ghiacciaio Breiðamerkurjökull (che fa parte dell'enorme ghiacciaio Vatnajökull). Potete passeggiare intorno alla laguna e lasciarvi ammaliare dai colori degli iceberg (dall'azzurro più intenso al trasparente di quelli che sembrano specchi). Ovviamente non si può non pensare che questo spettacolo che stiamo ammirando derivi purtroppo in parte anche dal surriscaldamento globale e che forse di iceberg in questa laguna non dovrebbero essercene così tanti... Se avete fortuna (noi non l'abbiamo avuta, ma chi è passato il giorno dopo di noi le ha viste) potete vedere anche le foche. Volendo potete anche fare dei giri in gommone nella laguna oppure partecipare alle escursioni che da qui partono per i ghiacciai. Noi ci limitiamo ad osservare gli iceberg che girano tranquilli e poi decidono di seguire il corso dell'acqua e, passando in un canale, vanno a gettarsi nell'oceano. Seguiteli anche voi e vi ritroverete sulla famosa Diamond Beach.
6) Diamond Beach
È una delle tante tipiche spiagge di sabbia nera dell'Islanda (spiaggia di Fellsfjara). Ma si contraddistingue da tutte le altre perché qui gli iceberg che arrivano dalla laguna si gettano nell'oceano. Si lasciano trascinare dall'acqua e spesso le onde li rimandano a riva e lì il contrasto con la sabbia nera li fa risaltare ancora di più. Da qui il nome di "spiaggia dei diamanti". In questi ultimi tempi ha fatto il giro del mondo la foto di un orso bianco che dormiva su un iceberg azzurrissimo, foto bellissima che ha vinto il premio Wildlife photographer of the year. Non so se era in Islanda, noi sicuramente non abbiamo visto un orso sugli iceberg ma tanti umani che pur di farsi una foto su un iceberg si lasciavano travolgere dalle onde o scivolavano direttamente in acqua. No comment!
Per due turisti "culinari" come noi la fame comincia a farsi sentire (l'orario del pranzo è già stato abbondantemente superato...) e decidiamo di proseguire per una decina di minuti in direzione Höfn dove troviamo un posto carino, il Þórbergssetur - Cultural Center & Restaurant. È un centro culturale con abbinata una piccola tavola calda per i visitatori. Ci siamo lasciati ispirare da una zuppa di pesce e da un piatto unico con dentro di tutto, verdure, legumi, patate, carne. Ovviamente con dolcetto tipico finale.
Qualche acquisto di souvenir (non vogliamo prendere il magnete per la cappa di casa?) e poi invertiamo la rotta per rientrare a Vik per cena e pernottamento.
Sveglia puntata alle tre di notte per tentare un approccio con l'aurora boreale, diamo un'occhiata dalle vetrate della stanza: non è troppo nuvoloso! Fiduciosi riproviamo a guardare sull'app ma continua a darci la triste notizie che per questa notte non sarà nella nostra zona... ci giriamo dall'altra parte e sotto i caldissimi piumoni islandesi ci riaddormentiamo.
Sveglia verso 7,30, colazione e ripartiamo tornando in direzione Reykjavik. Il programma della giornata prevede subito le due bellezze di Vik per poi proseguire verso il famoso Golden Circle e goderci qualche oretta nelle terme di Laugarvatn Fontana. Le cose non andranno proprio così perché la nostra vettura ad un certo punto deciderà che la giornata dovrà andare in altro modo.
Seguiteci quindi alla scoperta del nuovo programma, il percorso alla fine sarà di 250km con ca 3h e 30 di guida. Una giornata all'insegna dell'attesa ma comunque moooolto interessante!
1) Spiaggia di Reynisfjara
La maggior parte delle spiagge islandesi sono caratterizzate dalla sabbia nera, tipica dei posti vulcanici, ma questa è sicuramente una delle più famose e non solo per la sua sabbia. Arriviamo al parcheggio e notiamo, oltre a qualche bus, numerosi cartelli di pericolo ... il mix tra incoscienza dei turisti e le onde anomale e impreviste hanno causato qui numerosi incidenti, anche mortali, tanto che le autorità islandesi stanno valutando come rendere più sicura la visita di questa spiaggia. Noi possiamo permetterci di camminare tranquillamente lungo la spiaggia e goderci alle spalle le grandi formazioni di basalto, di fronte i due faraglioni e sullo sfondo le scogliere del promontorio dove andremo tra poco. Per i nostri gusti c'erano già fin troppi turisti, è sicuramente il posto dove abbiamo trovato più gente e non osiamo immaginare cosa sarà questa spiaggia in agosto! Se non potrete scegliere un altro periodo per la visita vi consiglio di venire qui o molto presto la mattina o molto tardi la sera, sperando di godervi anche la pace che questo posto trasmette.
Risaliamo in auto per raggiungere il promontorio e durante il breve tragitto ci ritroviamo su una lingua di terra con oceano a destra e a sinistra, dal finestrino ci appare la parte bassa del promontorio che proprio in quel momento decide di specchiarsi nell'oceano. Guardate che spettacolo!
2)Promontorio Dyrholaey
Arriviamo direttamente con l'auto in cima dove c'è il faro. Volendo (e avendo tempo!) si possono però fare delle belle passeggiate partendo dai parcheggi intermedi. Calcolate che nelle giornate di forte vento salire a piedi è l'unica alternativa visto che la strada viene chiusa alle auto.
Dall'alto ci godiamo tutto lo spettacolo che abbiamo appena visto mentre camminavamo sulla spiaggia. E' decisamente una prospettiva più intensa: i faraglioni, la spiaggia nera (da un lato ma anche dall'altro, lunghissima), le scogliere sulle quali si infrangono le onde dell'oceano.
Non ci siamo nemmeno fatti mancare il brutto spettacolo dell'incoscienza umana di cui si diceva prima... fortunatamente senza conseguenze. Non ci sono delle grandi protezioni e si può davvero arrivare fino ad esporsi sull'orlo della scogliera. E per uno scatto fotografico c'è chi è davvero disposto (stupidamente aggiungerei) ad arrivare al limite.
Godetevi lo spettacolo che è meraviglioso anche senza mettere il piede sul bordo più esterno!
Il nostro programma prevede di superare la cittadina di Selfoss (la più grande della zona) senza fermarci perché altrimenti non riusciremmo a fare tutto il giro del Golden Circle (tanto non ci arriveremo comunque...). Proseguiamo quindi oltre e arriviamo al Cratere Kerid (3). E' forse l'unica attrazione "naturale" per la quale abbiamo dovuto pagare un biglietto di ingresso. E' il cratere di un vulcano estinto all'interno del quale si è formato un laghetto. Siamo fortunati e arriviamo con il sole. Il gioco dei colori tra il rossiccio del terreno esterno e i riverberi sul lago è davvero molto bello. Si può passeggiare scendendo sotto intorno al lago oppure rimanendo alti sui bordi del cratere.
Usciamo dal parcheggio e una volta immessi sulla strada ho solo il tempo di sentire il mio compagno dire "c'è qualcosa che non va". Fa appena in tempo ad accostare (fortunatamente siamo in un tratto dove c'è un po' di spazio a bordo strada) e tutto si blocca (non ho mai visto tante spie tutte accese). Un attimo di panico per capire cosa fare e poi cominciamo a telefonare ai vari numeri verdi (inglese scolastico di molti e molti anni fa, non aggiungo altro...). Ci salviamo perché l'assistenza stradale viene gestita principalmente su una chat di whats app e con l'inglese scritto andiamo un pochino meglio. Infatti capiamo subito benissimo che dobbiamo pagare (anche se poi tutto ci verrà rimborsato): dobbiamo prima fare un pagamento per aprire la pratica e poi farne un altro per far venire un meccanico. Dopo poco più di mezzoretta (anche in questo caso la fortuna ci ha aiutato perché ci siamo fermati vicini a Selfoss e non in una zona isolata) arriva un meccanico (pensate intensamente ad un babbo natale islandese... ecco, era lui) con l'aiutante al seguito. Non riusciamo ovviamente a farci capire benissimo (anche loro andavano un po' a gesti), fino a che scopriamo (altra fortuna) che il ragazzo parla anche tedesco! Con quello ce la caviamo sicuramente meglio e infatti da lì la situazione migliora e ci spiegano che loro escono solo per verificare che non sia un problema di batteria o di errato rifornimento carburante (i due motivi principali di panne in islanda). Ovviamente non era quello il nostro caso e quindi ci fanno arrampicare (letteralmente) sul loro gigantesco pick up (con tanto di valigie al seguito) e ci scaricano (sempre letteralmente) in una strada della cittadina di Selfoss (4) dicendoci che qualcuno prima o poi ci avrebbe portato una macchina sostitutiva. E allora che si fa? Entriamo in un locale per scaldarci, fra l'altro molto bello, e aspettiamo. Come vi ho già raccontato prima, anche Mohammed da Roma (assistenza Easy jet) ci rassicura e quindi possiamo iniziare a rilassarci e ... a mangiare. Dopo un paio d'ore arriva la macchina sostitutiva, ricarichiamo i nostri bagagli e ripartiamo. Ovviamente il pomeriggio è praticamente trascorso e quindi anticipiamo il rientro a Reykjavik per goderci la capitale.
5) Reykjavik
Arriviamo con ancora un po' di luce anche se il sole è già scomparso lasciando il posto a nuvole grigie. Ma per Reykjavik non c'è bisogno del sole: è una cittadina vivace e colorata! Se siete amanti dei gatti come la sottoscritta è la vostra città! Ne vedrete ovunque, tranquilli e rilassati che osservano i turisti. E poi tanto colore, sia sulle strade (veri e propri arcobaleni dipinti) che sui muri delle case con scritte o disegni che rendono "calda" anche una serata fredda come quella di oggi.
Per le strade del centro (la Laugavegur è "la via del sabato") trovate negozietti di tutti i tipi, dai classici souvenir, a interessanti gallerie d'arte, dall'artigianato locale ai bellissimi negozi dell'abbigliamento di lana. Sono tante le cose da vedere nella capitale: la cattedrale Hallgrímskirkja, la Piazza Austurvöllur e Alþingishúsið con la Casa del Parlamento islandese, il Lago Tjörnin con il municipio di Reykjavìk, la Sala Concerti e Conferenze Harpa, la "nave del sole" Sólfar, una nave vichinga stilizzata sul lungomare. Nella zona del porto vecchio troverete locali dove mangiare del buon pesce. Se invece siete ispirati dai mercatini dell'usato vicino al porto c'è Kolaportid. Insomma, camminate e inspirate a pieni polmoni l'aria nordica ma percepirete anche il senso di apertura al mondo trasmesso dalla capitale islandese.
Per cena ci siamo lasciati ispirare da un locale nella zona del vecchio porto, un po' stile pub: zuppa, piatto di pesce, patate, un goccetto di vino (giusto un calice perché costa una cifra). Per il pernottamento ci attende un cottage nel "villaggio di pescatori" direttamente sull'oceano (Hlid fisherman’s village). Dista ca 15 minuti di auto da Reykjavik (Alftanes) e l'aspettativa dalle recensioni e dalle foto è molto alta. Arriviamo che è già buio ma sia l'esterno che l'interno del cottage ci entusiasmano. Vi ho già accennato vero che sulla costa occidentale il vento può essere fortissimo? Ecco, qui lo è! Ma anche il vento è stata una parte del fascino di questo luogo. E stanotte che dite? Riusciremo a vedere l'aurora boreale? L'app dice che è proprio qui! Ci sono degli avvistamenti molto vicini. Mettiamo la sveglia praticamente ogni due ore, ci imbacucchiamo e usciamo a vedere.... ma anche stanotte è troppo nuvoloso, vediamo dei fasci di luce in lontananza sopra a Reykjavik, per il momento ci dobbiamo accontentare di credere che sia un assaggio di aurora boreale.
Sveglia e colazione vichinga. Il villaggio dà la possibilità di fare colazione in un hotel poco distante dalla costa. Non molto economica a dire il vero, ma caratteristico il posto e con un buffet davvero molto assortito. Partiamo allora verso l'unica tappa che faremo al nord: la penisola di Snæfellsnes. Il programma oggi prevede un percorso di ca 330 km con un viaggio di 4h e mezza. La prima tirata ci porta da Reykjavik direttamente a Stykkisholmur, passando lungo la costa occidentale, con qualche timore nella zona di Borgarnes. Ci è stata segnalata come una delle zone più ventose d'Islanda, con incidenti di auto che si sono persino ribaltate. In effetti la nostra sosta sulla costa per vedere l'oceano (e magari anche la Groenlandia) è durata il tempo di scendere e risalire in auto. Il tunnel sotto l'oceano è proprio a Borgarnes.
Siamo pronti ad incontrare paesaggi ben diversi da quelli visti fino ad ora, la giornata mi sa non sarà soleggiata, ma anche oggi le aspettative sono alte!
2) Stykkishólmur
La nostra visita alla Penisola di Snaefellsnes inizia in realtà già prima di arrivare a Stykkishólmur. In Islanda se vi capita di vedere auto ferme lungo la strada, oppure parcheggi, fermatevi perché significa che c'è qualcosa da vedere. Noi l'abbiamo capito già ieri, e oggi lo rimettiamo in pratica: facendo due passi ci troviamo davanti a una cascata, poi lungo una scogliera che si apre stavolta non sull'oceano ma su un laghetto interno. La zona presenta colori bellissimi, su tutti il rosso che non è più il rosso lavico che abbiamo visto finora, ma è il rosso del muschio e di una vegetazione fiorita. Arriviamo a Stykkishólmur in una giornata piuttosto grigia, in giro non c'è praticamente nessuno, ma è interessante fare una passeggiata tra le casette colorate, il porto deserto e salire fino al faro. Da lì si ha una bella vista sull'oceano e sul fiordo Breiðafjörður. Anche la chiesa messa su una scogliera merita una visita: l'architettura moderna dell'esterno (uno stile che abbiamo visto anche in altre chiesette più piccole) contrasta (a mio avviso in modo interessante) con l'interno piuttosto spoglio ma caldo. Pranziamo in un locale molto caratteristico, pare di essere a casa di qualcuno, divani, poltrone, tavolini di ogni tipo. E come al solito abbiamo l'impressione che gli altri ospiti siano tutti locali, zero turisti. Ci mangiamo un semplice bagel "scomposto" con salmone, skyr (formaggio tipico islandese) e insalata. Con dolcetto tipico per finire e ci rimettiamo in viaggio.
Procediamo lungo la costa nord della penisola e incontriamo il Monte Kirkjufell (3) che pare sia uno dei più fotografati d'Islanda, probabilmente per la sua forma particolare e anche perché reso famoso dalla serie televisiva Game of Thrones. Non siamo conoscitori del genere e quindi ci accontentiamo di osservarlo da lontano. Ma volendo potete fare delle escursioni guidate e salire fino in vetta.
Decidiamo poi di saltare una tappa del programma perché abbiamo la conferma che oggi purtroppo, non ci saranno escursioni dal villaggio di Olafsvik (4) per vedere le balene e quindi andiamo direttamente verso la prossima tappa: il cratere Saxholl (5). La scaletta laterale che sale fino in cima al cratere diventa, nelle giornate come quelle di oggi con particolare vento, un'esperienza da fare mooolto lentamente. Il pomeriggio si fa sempre più scuro ma arriviamo ora in uno dei posti che più ci ha colpito: la spiaggia di Djupalonssandur (6). Parcheggiamo in alto sulla scogliere da dove partono diversi sentieri per fare passeggiate godendosi il panorama dall'alto. Noi decidiamo di scendere sotto, proprio sulla spiaggia (ovviamente nera). Siamo soli e ci godiamo la caratteristica di questo posto che sono le formazioni rocciose di diverse altezze e di colori molto intensi che circondano la spiaggia. Ci avviciniamo verso l'oceano, ma non troppo, oggi è mosso e le onde rimbalzano sulle rocce che pare siano lì proprio per proteggerci.
Riprendiamo la strada sulla costa sud della penisola e andiamo alla ricerca del "Castello d'Islanda" Lóndrangar (7). Non aspettatevi un castello, è una gigantesca formazione di materia lavica a strapiompo sulla scogliera. Tutto questo tratto di costa è caratterizzato da scogliere spettacolari e da Arnastapi a Hellnar c'è un sentiero lungo ca 2,5km che dicono regali davvero viste mozzafiato. Noi non abbiamo tempo e la giornata inizia a diventare sempre più nera. Ci spostiamo quindi in macchina per andare a goderci le scogliere sia dal lato di Hellnar che da quello di Arnastapi (8). E' un piccolo villaggio che oltre ad avere le scogliere, il ponte in pietra, il monumento all'eroe mitologico Bardur ha, senza ombra di dubbio, le migliori torte d'Islanda!! Fatevi una breve sosta allo Stapinn, vedrete che gli islandesi non sono secondi a nessuno in fatto di dolci. Riprendendo il nostro percorso ci accorgiamo che internet non funziona, siamo isolati ... vi è mai capitata quella strana sensazione di un misto tra panico e gioia pura ... per un attimo però prevale il panico perché non funziona google maps, inizia a piovere, è buio e siamo sulla strada più isolata che abbiamo incontrato da quando siamo in Islanda. Fortunatamente non ci sono grandi deviazioni e riusciamo ad arrivare all'ultima tappa di oggi, la Búðakirkja, la piccola Chiesa nera di Budir. Dopo ore di viaggio in solitaria fa un po' strano vedere altre persone. Sono un gruppo di turisti che festeggia un matrimonio. Riusciamo a fare una foto mentre gli sposi si fanno il servizio fotografico e poi veloci in auto per andare alla ricerca del posto dove dormiremo stasera. Fortunatamente ci ricordiamo le foto viste al momento della prenotazione e dalla strada buia, anche senza il navigatore, troviamo la deviazione per arrivare a Kast Guesthouse. La zona è particolarmente isolata e avevamo scelto questo posto proprio perché ha anche un piccolo ristorante dove possiamo cenare. Teniamo ovviamente guardata la App... l'aurora boreale è vicinissima, ma non esattamente dove ci troviamo noi. Pazienza, anche per stasera andiamo a dormire sapendo che non riusciremo a vederla.
La giornata si prospetta essere particolarmente piovosa, ce ne accorgiamo subito al risveglio spiando fuori dalla vetrata della stanza: una coltre grigia avvolge la penisola di Snæfellsnes. Pazienza finora, visto il periodo, finora ci è andata bene. E infatti non ci lasciamo demoralizzare, facciamo una bella colazione abbondante e poi ci mettiamo in auto.
Il programma di oggi l'abbiamo dovuto modificare per riuscire ad inserire anche il Golden Circle che l'altro ieri purtroppo abbiamo dovuto saltare per il problemino avuto con l'auto.
Anche se non riusciremo a vedere tutto e se le prospettive sono di muoverci con i nostri simpatici impermeabili sotto la pioggia seguiteci comunque, un romano e una bergamasca non si lasciano intimorire da due gocce di pioggia!
Oggi prevediamo di percorrere ca 360 km con spostamenti che ci terranno in auto 5h all'incirca
La prima tappa è la spiaggia Ytri Tunga (2) rinomata per la colonia di foche che pare siano molto socievoli. Scendo dall'auto sotto una pioggia incessante, mi avvicino alla spiaggia (ovviamente ci siamo solo noi) ma di foche neanche l'ombra, anche loro oggi hanno deciso di stare al riparo. Però sui prati vicini ci sono le bellissime pecorelle islandesi che rimangono tranquille e imperturbabili sotto la pioggia. Mi avvicino per fare una foto e, come già successo anche nei giorni precedenti, mi fissano per un momento e poi improvvisamente si girano mostrandomi il lato posteriore. Fantastiche! Ripercorriamo a ritroso la costa occidentale scendendo dalla penisola fino quasi alla capitale e poi ci indirizziamo verso l'interno nel Golden Circle.
3) Parco Nazionale Þingvellir
Gli islandesi considerano il Parco il sito più importante per la loro storia e la loro cultura. E non c'è da stupirsi dato che proprio qui è stata proclamata l'indipendenza nel 1944 e sempre qui si è tenuta la prima assemblea del parlamento islandese. Ma vedrete che risulterà interessante anche e soprattutto sotto l'aspetto naturalistico (dal 2004 è Patrimonio Unesco) . Noi ci inoltriamo nel parco in modo spontaneo seguendo la mappa che abbiamo preso al punto accoglienza e all'inizio sinceramente facciamo un po' fatica a mettere insieme i vari pezzi . Vero è che oggi è una giornata particolarmente piovosa e fredda, ma forse non ci siamo preparati molto bene per questa visita (voi se potete fate un tour guidato, pare che siano molto interessanti). Quindi, se non volete fare il nostro errore, vi consiglio almeno di dare prima un'occhiata direttamente al sito del parco (www.thingvellir.is) e di studiarvi la mappa con i vari parcheggi, i diversi percorsi e le cose da vedere. Ovviamente come al solito dipende da quanto tempo avete a disposizione, da che stagione è, da che turisti siete. Nel Parco ci sono parecchi sentieri (tutti mappati e ben tenuti) e potete percorrere a piedi il parco, costeggiare il fiume, fare immersioni nel lago, insomma sceglierete voi quanto rimanerci e cosa fare. Il Centro Visitatori è posto in alto, sulla roccia del Canyon Almannagja. Da lì c'è la vista più bella sul parco soprattutto perché si vede molto bene la spaccatura tra le due faglie continentali (euroasiatica e americana). Calcolate che qui è il punto dove la falda, che percorre tutta l'Islanda, è più larga (ben 5km!). Tramite passarelle in legno potete scendere direttamente dal Centro Visitatori e, camminando all'interno del canyon, vi troverete sul luogo della proclamazione d'indipendenza e poi davanti alla cascata Oxarafoss per raggiungere (dall'altra parte del parco) il Service Centre. Tramite altri percorsi (sempre all'interno del parco e sempre ben segnalati) potete invece costeggiare il lago Thingvallavatn (il più grande d'Islanda) e passeggiare davanti alla Chiesa Thingvallakirkja. Potete insomma gestirvi come meglio credete, ci sono parcheggi dislocati in vari punti (sopra e sotto) proprio per permettere di vedere tutto anche nelle giornate più piovose senza dover camminare a lungo.
Dal Parco nazionale procediamo in direzione Laugarvatn (4) e andiamo a vedere almeno dal di fuori lo stabilimento termale dove volevamo provare la bellissima sensazione delle terme all'aperto, tanto diffuse e popolari in Islanda. Le vasche termali sono direttamente a sfioro sul lago e il costo di ingresso è più abbordabile rispetto alle più famose terme della Blue Lagoon, con circa 30 euro puoi goderti tutto il benessere offerto da queste terme. Noi purtroppo dobbiamo concentrare il giro avendolo dovuto saltare l'altro giorno e quindi l'ammollo in acqua lo dobbiamo lasciare agli altri.
Ma non perdiamo l'entusiasmo dato che la prossima tappa è sicuramente una delle più attese: l'area geotermale di Geysir (5). Qui, oltre a tanti piccoli geyser, ci sono anche i due più famosi: Geysir, il geyser per eccellenza (che ha dato il nome a tutti i geyser del mondo) e lo Strokkur. Il primo è considerato il più antico del mondo (attivo da 10.000 anni) ma oramai da diversi anni non erutta più ed è praticamente una grande pozza con acqua che fuma e ribolle (ma in passato ha raggiunto fino a 122 mt di altezza). Lo Strokkur invece è più piccolo (le sue eruzioni arrivano fino a 30mt di altezza) ma molto puntuale, ogni 10 minuti ti puoi godere lo spettacolo. Giriamo tra i geyser nonostante l'acqua scenda incessante. Sicuramente in una giornata non piovosa lo spettacolo risulterà più imponente (ma anche l'odore di zolfo sarà più insistente!).
Siamo bagnati e infreddoliti e decidiamo di saltare l'ultima tappa che sicuramente avrebbe meritato: la cascata di Gullfoss (6), che pare sia la prima in Islanda che ha destato l'interesse dei turisti. Riprendiamo la strada del rientro e ci fermiamo a Efstidalur per mangiare qualcosa in una fattoria "moderna". Struttura molto bella e curata che regala la sensazione di una storia tramandata tra generazioni, il nuovo che avanza ma che non accantona il vecchio. Direttamente dalle vetrate del ristorante si vedono le mucche nella stalla. E se volete potete addirittura gustarvi anche un gelato artigianale. E' una fattoria-gelateria dove puoi pernottare o solo mangiare. La sosta ci voleva anche per incamerare un po' di caldo e adesso possiamo riprendere la strada di ritorno a Reykjavik. Un giretto per le strade della capitale e poi cena, stavolta in un locale moderno. Pernottiamo ancora nel bel villaggio di pescatori dell'altro giorno, e stanotte il vento è davvero forte. Sveglia ogni due ore per sperare di vedere l'aurora boreale che è proprio nella nostra zona! Qualche riflesso colorato, ma niente di fatto anche per la nostra ultima notte in Islanda.
Lasciamo il villaggio in una mattinata molto grigia e di forte vento (non riesco a chiudere la portiera dell'auto!!!) e ci dirigiamo verso Reykjavik. Dopo un'abbondante colazione in un locale tipico finalmente riusciamo a entrare nella cattedrale Hallgrímskirkja (nei giorni precedenti siamo arrivati sempre troppo tardi). L'esterno è davvero particolare, tipica costruzione religiosa moderna allungata verso l'alto, e anche qui apprezziamo il contrasto con l'interno che invece si presenta molto semplice e spoglio. ....
Dopo esserci lasciati trasportare dal vento (letteralmente!) sulla piazza della cattedrale, ci dirigiamo verso l'auto e partiamo con un po' di anticipo in direzione aeroporto visto che alla restituzione dell'auto dovremo discutere dei costi da noi pagati per il recupero e il cambio veicolo... che faticaccia (stavolta non c'erano tedeschi ad aiutarmi)... ma tutto si è svolto correttamente.
Arriviamo in aeroporto giusto in tempo per fare una chiacchierata con una coppia che abbiamo incontrato durante il viaggio e scambiarci le nostre sensazioni a caldo.
Secondo voi loro sono riusciti a vedere l'aurora boreale? Chissà ...